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Autore Un'impresa da Dio
Danikr

Reg.: 09 Mar 2007
Messaggi: 138
Da: Crotone (KR)
Inviato: 30-09-2007 00:07  
Titolo Originale : Evan Almighty
Un film di Tom Shadyac. Con Steve Carell, Morgan Freeman, Lauren Graham, John Goodman, John Michael Higgins, Jimmy Bennett, Wanda Sykes, Jonah Hill, Molly Shannon. Genere Commedia, colore 96 minuti. - Produzione USA 2007.

Trama (da mymovies.it)
Neoeletto al Congresso, Evan si è lasciato alle spalle Buffalo per portare sua moglie Joan e i suoi tre figli Dylan, Jordan e Ryan a Huntsville, in una piccola città di provincia in Virginia, dove ha inizio un nuovo capitolo della loro esistenza. Mentre si sistemano nella loro nuova casa, Evan si prepara per il suo primo giorno di lavoro come neoeletto membro del Congresso per lo Stato di New York. Animato da una spiritualità piuttosto superficiale, Evan rivolge a Dio la preghiera di riuscire a cambiare il mondo, senza sapere che il Grande Uomo lassù ha già fatto dei piani ambiziosi e ben precisi per lui: deve costruire un'arca per salvare amici e conoscenti da un imminente catastrofico diluvio. Nonostante si trovi sul punto di perdere tutto ciò che gli è caro, Evan deve scoprire se è stato semplicemente colpito da una crisi di mezza età o se si trova veramente al centro di un fenomeno di proporzioni bibliche.
Talvolta si scrive che si dovrebbero evitare i "numeri due" dei film ben riusciti e questo è indubbiamente il caso: Una settimana da Dio aveva fatto sbellicare dalle risate le platee, mentre questo poco convincente sequel appare più come un mal riuscito tentativo di replica, a partire da Steve Carell, che si perde in un'interpretazione a metà tra un Jim Carrey troppo ingessato e un Mr. Bean eccessivamente patinato. Morgan Freeman è relegato in pochi minuti di interpretazione, sufficienti a risollevare ogni tanto lo spettatore dal torpore.
Il messaggio ecologista è palese anche ai distratti, sospinto in avanti con prepotenza da una trama poco credibile anche per una sceneggiatura basata sull'assurdo. Ridondante e stucchevole, non lascia margine di dubbio su cosa sta per accadere e su quali saranno le probabili svolte della vicenda, o le battute in arrivo, il che rovina anche il fondo di comicità, unico dettaglio forse salvabile.
Regia standard, senza sbavature ma anche senza colpi di genio, che si dilunga nelle inquadrature di una torma d'animali, esotici e non, di proporzioni davvero bibliche, che faranno ricordare Un'impresa da Dio quantomeno come la mecca degli addestratori.

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L'ho visto stasera.
Non so decidere quale sia il più bello tra il primo e il secondo.
Il primo mi piace nei primi 50 minuti e poi va a scemare l'attenzione.

Questo invece il contrario. Nei primi 30-40 minuti mi annoia , poi è molto avvincente.
E' molto simpatico come film. Lui bravo attore , ha secondo me una piccola spalla con poche battute : la segretaria di colore. Sì , lei vi farà ridere molto per quelle poche battute che ha.
Insomma , nei primi 30-40 minuti mi chiedevo se quest'arca l'avrebbe fatta ...
Bello , da vedere.

Bellissima la sigla finale con vari balletti nel back stage


[ Questo messaggio è stato modificato da: Danikr il 30-09-2007 alle 00:09 ]

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gemellinaX

Reg.: 16 Ago 2006
Messaggi: 317
Da: salerno (SA)
Inviato: 02-10-2007 00:57  
BELLISSIMOOOOOOO

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 04-10-2007 23:33  
Trama: Evan Baxter sta vivendo un momento magico: diventato onorevole possiede una casa gigantesca e ben arredata, ha una moglie incantevole e tre figli. Un giorno dopo aver fatto una preghiera gi appare nientemeno che Dio che gli ordina di costruire un Arca. Evan all'inizio non accetta ma non è certo facile dire di no a colui ...

Commento: Sequel di Una settimana da Dio, godibile film con Jim Carrey e Jennifer Aniston, diretto sempre da Tom Shadyac. Ma mentre il film precedente aveva una sua particolare verve con battute a ripetizione, una straniante logica di assurdità sorretta dalla mimica facciale di Carrey, questo loffio seguito è solo una favoletta ecologista di basso profilo con un protagonista che mima la sua completa estraneità a reggere la situazione come se fosse uno stralunato buontempone impazzito di paese. Di fatto Steve Carrell (visto anche nel pessimo 40 anni vergine) non può reggere da solo il film, e aveva bisogno di uno script molto più solido di quello della famiglia stile "Mulino bianco" che deve accollarsi una missione tanto onerosa e impegnativa, dove la bella Lauren Graham (tenera Mamma per amica della Tv) si dimostra comprensiva oltre ogni limite di fronte ad ogni assurda eccentricità del marito ormai assurto a pazzo santone. La vicenda si apre e si chiude con la colomba della pace, e in mezzo ci si imbatte in tante piccole trovate di nessun sapore, come la barba che non smette mai di crescere indipendentemente da quanto la si tagli oppure l'arrivo sparso degli animali a seconda della necessità (poi alcune specie probabilmente hanno avuto anche un aiuto divino per arrivare, ma in una fantacommedia come questa le logiche di racconto sono molto flebili). Ed ecco allora che in tanto piattume narrativo le apparizioni divine di Morgan Freeman (presente nella stessa parte anche nel primo, nel solito dualismo political correct del nero vestito di bianco che unisce le razze) sono una piccola boccata d'ossigeno, mentre Carrell si agita senza valore, i personaggi secondari non reggono la scena e non portano nessuna divertente sottotrama. Visivamente gli effetti speciali dei movimenti degli animali, sopratutto quelli finali, pur non essendo perfetti (ogni tanto le immagini sembrano incollate con gli sfondi e non interagiscono bene), rendono sulla scena l'idea dell'esodo, peccato che non arricchiscano ma ne siano solo una pacata presenza. Ci si trova a dover vedere 90 minuti di pellicola (Dio è intervenuto e l'ha fatto durare poco) sperando solo che appaiano i due grandi gigioni Goodman e Freeman, che nella vicenda in fondo hanno dei ruoli importanti per la trama ma marginali per la presenza, arrivando anche a trovare la famigliola perfetta antipatica e risaputa. In definitiva un film commedia buonista per famiglie di basso profilo, con un messaggio naturalista vacuo come pochi e che man mano che procede aumenta in noi la noia e non il divertimento.
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 05-10-2007 15:53  
E dopo Una settimana da Dio, Un'impresa da Dio. Potrebbe finire qui il commento ad un film che, se ha il pregio, raro di questi tempi, di non indurre mai lo spettatore a guardare l'orologio, ha molto poco d'altro da offrire che non una storiella carina e scacciapensieri innestata su un'architettura narrativa già collaudata.
In questo frangente Evan (un azzeccato Steve Carell, che spesso purtroppo finisce per subire i tempi comici piuttosto che imporli) è un neo-eletto al Congresso americano, il cui idealismo dovrà immediatamente scontrarsi con il cinico pragmatismo di un presidente della commissione ambiente (un John Goodman di maniera), deciso in tutti i modi di trascinare il malcapitato in affari piuttosto loschi.
Come se non bastasse, Evan inizia ad avere strani segni premonitori, fino a quando non incontra un simpatico vecchietto (Morgan Freeman, ormai calato nella parte dell'Onnipotente) che gli si presenta come Dio e gli suggerisce calorosamente di costruire, nientepopodimeno, che un'arca.
Ci siamo dilungati sullo script, del quale vi risparmiamo il prevedibilissimo seguito, perché è nella assurda demenzialità della storia che si fonda uno dei pochissimi punti di forza della pellicola.
L'impronta comica sulla quale si costruisce tutto il film è quella del surrealismo demenziale: la classica battaglia di un idealista contro il cinismo del mondo, con tutto un contorno di uccelli, roditori e animali vari al seguito, stole da antico medio oriente e barbe bianche. Elementi che, rapportati alla perbenista e patinata cornice washingtoniana, stonano non poco.
Non manca un po' di sano moralismo posticcio: tutta la questione si risolverà infatti nella più classica e "yankee" delle questioni ambientali. L'ecologismo spicciolo, denso di sentimentalismo e di buoni propositi, fa da cappello a tutta la vicenda, assurgendo addirittura a motivazione dello scomodarsi in prima persona del creatore.
Dopo averlo massacrato a dovere, come conviene ad un film vuoto e privo di slanci come Un'impresa da Dio, bisogna però affermare che la pellicola fa il suo dovere, che è quello di intrattenere il pubblico piacevolmente fino ai titoli di coda.
Si accontenta di svolgere il compitino senza rischiare mai un acuto, ma senza nemmeno tediare. Forse, solo per questo, pur non dicendo né comunicando nulla di rilevante, la commedia merita una sufficienza stiracchiata.
Certo è che qualcosina di meglio si poteva tirar fuori da un materiale comunque originale.

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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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